
Negli ultimi anni, sempre più italiani si sono resi conto di quanto le commissioni bancarie possano incidere sulle proprie finanze personali e sulle attività d’impresa. Tra le spese più fastidiose e spesso sottovalutate ci sono quelle legate ai prelievi Bancomat, che possono variare a seconda della banca, dell’importo prelevato e della rete utilizzata. Tuttavia, esiste un trucco legale e poco conosciuto che permette di ridurre o addirittura azzerare queste commissioni, garantendo un risparmio significativo sia per i privati che per chi gestisce un’attività commerciale. In questo articolo, ti guideremo passo passo alla scoperta di questo metodo, illustrandoti come funziona, quali sono i vantaggi e le possibili limitazioni.
Come funzionano le commissioni Bancomat e perché sono così diffuse
Le commissioni sui prelievi Bancomat sono una realtà con cui quasi tutti i correntisti hanno a che fare. Generalmente, quando si preleva denaro da uno sportello automatico della propria banca, l’operazione è gratuita o comporta una commissione minima. Il problema sorge quando si utilizza un Bancomat di un’altra banca: in questo caso, la commissione può arrivare anche a 2 euro per ogni prelievo.
Queste spese sono giustificate dalle banche come un modo per coprire i costi di gestione della rete ATM e per incentivare l’uso dei propri sportelli. Tuttavia, per chi viaggia spesso, vive in aree dove la propria banca non è presente o semplicemente si trova spesso a dover prelevare da sportelli diversi, il costo può diventare significativo nel corso dell’anno. A ciò si aggiunge la crescente tendenza delle banche a ridurre il numero di sportelli fisici, rendendo ancora più difficile evitare le commissioni.
Nel settore degli affari, queste commissioni possono rappresentare una spesa non trascurabile, soprattutto per piccoli imprenditori, liberi professionisti o commercianti che devono movimentare frequentemente contanti per la propria attività. Capire come ridurre queste spese diventa quindi fondamentale per ottimizzare la gestione finanziaria.
Il trucco legale per risparmiare: il cashback nei negozi convenzionati
Il trucco legale che sempre più italiani stanno scoprendo si chiama “cashback presso i negozi convenzionati”. Introdotto in Italia negli ultimi anni e già molto diffuso all’estero, il cashback permette di prelevare contanti direttamente alla cassa di alcuni esercizi commerciali (supermercati, farmacie, tabaccherie) quando si effettua un acquisto con carta di debito.
Il funzionamento è semplice: al momento del pagamento, basta chiedere di aggiungere una somma in contanti all’importo dell’acquisto. Ad esempio, se spendi 20 euro e chiedi 50 euro di cashback, il totale addebitato sulla carta sarà di 70 euro e riceverai 50 euro in contanti dalla cassa. Questa operazione, nella maggior parte dei casi, non prevede alcuna commissione aggiuntiva, in quanto viene considerata un’unica transazione di pagamento.
Il servizio è regolamentato dalla normativa europea sui servizi di pagamento (PSD2) e in Italia è stato reso possibile grazie all’adeguamento delle infrastrutture di pagamento e alla collaborazione tra banche ed esercenti. Non tutti i negozi offrono ancora questa possibilità, ma il numero di esercizi aderenti è in costante crescita, soprattutto nelle grandi catene di supermercati e nei punti vendita che gestiscono grandi volumi di pagamenti elettronici.
Vantaggi e limiti del cashback rispetto ai prelievi tradizionali
Il principale vantaggio del cashback è la possibilità di ottenere contanti senza dover pagare le commissioni tipiche dei prelievi Bancomat fuori circuito. Questo si traduce in un risparmio immediato, che può diventare importante nel corso dell’anno per chi effettua molti prelievi.
Un altro aspetto positivo è la comodità: è possibile prelevare denaro mentre si fa la spesa o si acquista un prodotto di uso quotidiano, senza dover cercare uno sportello automatico. Questo è particolarmente utile in zone dove gli ATM sono pochi o distanti, o in orari in cui le filiali bancarie sono chiuse.
Tuttavia, esistono anche alcuni limiti. Innanzitutto, il cashback è disponibile solo in negozi convenzionati e spesso prevede un importo minimo di spesa (ad esempio 10 o 20 euro) e un tetto massimo di contanti prelevabili (solitamente tra i 50 e i 150 euro per operazione). Inoltre, non tutte le carte di debito sono abilitate a questa funzione: è importante verificare con la propria banca la compatibilità e le eventuali condizioni applicate.
Consigli pratici per sfruttare al meglio il cashback e risparmiare sulle commissioni
Per trarre il massimo vantaggio dal cashback, il primo passo è informarsi su quali negozi nella propria zona offrono questo servizio. Molte catene di supermercati, farmacie e tabaccherie espongono un adesivo o un’insegna che segnala la possibilità di prelevare contanti alla cassa. In alternativa, è possibile chiedere direttamente al personale o consultare il sito della propria banca, che spesso pubblica un elenco aggiornato degli esercizi convenzionati.
Un altro suggerimento utile è pianificare i prelievi in base alle proprie esigenze di spesa: se sai che dovrai fare acquisti in un supermercato, puoi approfittarne per prelevare la somma necessaria senza pagare commissioni. In questo modo, oltre a risparmiare, ottimizzi anche il tempo e riduci gli spostamenti.
Infine, ricorda di tenere traccia delle condizioni applicate dalla tua banca: alcune istituti potrebbero prevedere limiti giornalieri o mensili per il cashback, o escludere alcune tipologie di carte. Informarsi in anticipo ti permetterà di evitare spiacevoli sorprese e di sfruttare al meglio questa opportunità.